Autocertificazione
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In materia di autocertificazione, i cittadini dell'Unione Europea sono equiparati ai cittadini italiani[1], quindi essi possono autocertificare i seguenti stati, qualità personali o fatti[2]:
- data e luogo di nascita; residenza;
- cittadinanza;
- godimento dei diritti civili e politici;
- stato di celibe, coniugato, vedovo o stato libero;
- stato di famiglia;
- esistenza in vita;
- nascita del figlio, decesso del coniuge, dell'ascendente o discendente;
- iscrizione in albi, in elenchi tenuti da pubbliche amministrazioni;
- appartenenza a ordini professionali;
- titolo di studio, esami sostenuti;
- qualifica professionale posseduta, titolo di specializzazione, di abilitazione, di formazione, di aggiornamento e di qualificazione tecnica;
- situazione reddituale o economica anche ai fini della concessione dei benefici di qualsiasi tipo previsti da leggi speciali;
- assolvimento di specifici obblighi contributivi con l'indicazione dell'ammontare corrisposto;
- possesso e numero del codice fiscale, della partita IVA e di qualsiasi dato presente nell'archivio dell'anagrafe tributaria;
- stato di disoccupazione;
- qualità di pensionato e categoria di pensione;
- qualità di studente;
- qualità di legale rappresentante di persone fisiche o giuridiche, di tutore, di curatore e simili;
- iscrizione presso associazioni o formazioni sociali di qualsiasi tipo;
- tutte le situazioni relative all'adempimento degli obblighi militari, ivi comprese quelle attestate nel foglio matricolare dello stato di servizio;
- di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l'applicazione di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi iscritti nel casellario giudiziale ai sensi della vigente normativa;
- di non essere a conoscenza di essere sottoposto a procedimenti penali;
- qualità di vivenza a carico;
- tutti i dati a diretta conoscenza dell'interessato contenuti nei registri dello stato civile;
- di non trovarsi in stato di liquidazione o di fallimento e di non aver presentato domanda di concordato.
Invece, i cittadini extra-UE, se regolarmente soggiornanti in Italia, possono autocertificare[3] solo stati, qualità personali e fatti certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani[4].
Va ricordato che le Pubbliche Amministrazioni non possono più richiedere, né accettare, dai propri utenti atti o certificati contenenti informazioni già in possesso di un pubblico ufficio (a seguito dell'entrata in vigore, dal 1° gennaio 2012, delle modifiche alla disciplina dei certificati e delle dichiarazioni sostitutive contenuta nel testo Unico DPR 445/2000 introdotte con l'art. 15, comma 1 della Legge 12.11.2011 n. 183).
Consulta l'impiego dell'autocertificazione nella presentazione dei documenti per:
Note
- ↑ Vedi art. 3, comma 1 di Presidenza della Repubblica, (2000). "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa", DPR 28 dicembre 2000, n. 445
- ↑ Vedi art. 46 di Presidenza della Repubblica, (2000). "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa", DPR 28 dicembre 2000, n. 445.
- ↑ Per autocertificare, il cittadino extra-UE può utilizzare la dichiarazione sostitutiva di certificazione (vedi art. 46 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445) e la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà (vedi art. 47).
- ↑ Vedi art. 3, commi 2 e 3 di Presidenza della Repubblica, (2000). "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa", DPR 28 dicembre 2000, n. 445.