Accordo Stato-Regioni: differenze tra le versioni

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In Italia le Regioni sono gli enti di programmazione cui spetta la competenza legislativa in termini di tutela della salute e dunque è loro competenza trasformare in normativa regionale e in politiche locali quanto normato a livello nazionale. Questa autonomia regionale si è tradotta talvolta in una certa frammentarietà che ha avuto come conseguenza una difforme applicazione del diritto all’acceso alle cure da parte della popolazione straniera, minando i principi di equità e uguaglianza su cui è fondato il SSN. Infatti, come si evince dal risultato di autorevoli indagini nazionali, esistono diverse interpretazioni delle regole per l’accesso alle prestazioni sanitarie non solo da Regione a Regione ma anche all’interno di uno stesso territorio regionale. Con l’obiettivo di rendere adeguato e uniforme su tutto il territorio nazionale l’accesso alle cure e all’assistenza sanitaria da parte della popolazione immigrata, nella seduta del 20 dicembre 2012, la Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha definito l'Accordo “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”<ref>[http://www.statoregioni.it/Documenti/DOC_038879_255%20csr%20-%205%20quater.pdf Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane]</ref>. Non si tratta di una nuova legge ma di un accordo con il quale si raccolgono in un unico strumento operativo le disposizioni normative nazionali e regionali relative all’assistenza agli immigrati, anche al fine di semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli operatori sanitari.
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In Italia, a seguito della riforma del titolo V della seconda parte della Costituzione <ref>Legge costituzionale n.3 del 18 ottobre 2001 “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione”.</ref> , la tutela della salute rientra tra le materie di legislazione concorrente. Spetta dunque alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Questa autonomia regionale si è tradotta talvolta in una certa frammentarietà che ha avuto come conseguenza una difforme applicazione del diritto all’acceso alle cure da parte della popolazione straniera, minando i principi di equità, uguaglianza e universalità su cui è fondato il SSN. Con l’obiettivo di garantire una maggiore uniformità, su tutto il territorio nazionale, dei percorsi di accesso e di erogazione delle prestazioni  sanitarie rivolti alla popolazione straniera, è stato definito, il 20 dicembre 2012, l'Accordo “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”<ref>Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane</ref>. Non si tratta di una nuova legge ma di uno strumento operativo nel quale si raccolgono “le disposizioni normative nazionali e regionali relative all’assistenza agli immigrati, anche al fine di semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli operatori sanitari”.
  
  
 
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Versione delle 10:40, 17 mar 2015

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In Italia, a seguito della riforma del titolo V della seconda parte della Costituzione [1] , la tutela della salute rientra tra le materie di legislazione concorrente. Spetta dunque alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Questa autonomia regionale si è tradotta talvolta in una certa frammentarietà che ha avuto come conseguenza una difforme applicazione del diritto all’acceso alle cure da parte della popolazione straniera, minando i principi di equità, uguaglianza e universalità su cui è fondato il SSN. Con l’obiettivo di garantire una maggiore uniformità, su tutto il territorio nazionale, dei percorsi di accesso e di erogazione delle prestazioni sanitarie rivolti alla popolazione straniera, è stato definito, il 20 dicembre 2012, l'Accordo “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”[2]. Non si tratta di una nuova legge ma di uno strumento operativo nel quale si raccolgono “le disposizioni normative nazionali e regionali relative all’assistenza agli immigrati, anche al fine di semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli operatori sanitari”.


Note

  1. Legge costituzionale n.3 del 18 ottobre 2001 “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione”.
  2. Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane