Esercizio del diritto alla salute in Umbria: differenze tra le versioni

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*in '''[[Disposizioni per particolari categorie di soggetti in Umbria]]''' trovi provvedimenti messi a punto in favore di specifiche categorie di cittadini stranieri;  
 
*in '''[[Disposizioni per particolari categorie di soggetti in Umbria]]''' trovi provvedimenti messi a punto in favore di specifiche categorie di cittadini stranieri;  
 
*in '''[[Fonti di riferimento in Umbria]]''' trovi un elenco di fonti nazionali e regionali utili.<br />
 
*in '''[[Fonti di riferimento in Umbria]]''' trovi un elenco di fonti nazionali e regionali utili.<br />
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Versione delle 15:39, 16 ott 2014

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sull'esercizio del diritto alla salute
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Regione Umbria

Circa l'esercizio del diritto alla salute da parte dei cittadini stranieri in Umbria, occorre preliminarmente dire che la Regione non ha recepito l'Accordo Stato-Regioni con apposito atto. La prassi applicata a livello regionale fa riferimento alle “Linee guida per l’assistenza sanitaria agli stranieri non appartenenti UE”[1] del 2001 e successive integrazioni, e risulta in gran parte conforme al contenuto dell’Accordo . [2]

Per accedere a informazioni di dettaglio consulta le seguenti pagine:


Note

  1. Regione Umbria, (2001), “Linee guida per l’assistenza sanitaria agli stranieri non appartenenti UE” DGR n.482 del 16/05/2001. Ultimo accesso 10/10/2014
  2. L’Umbria risulta la prima Regione in Italia che si è dotata di una disposizione statutaria riguardante il tema dell’immigrazione: la Regione, recita l’art. 18, comma 3 (Statuto del 1992) «promuove iniziative per il pieno inserimento sociale dei cittadini provenienti da paesi extracomunitari». L’attenzione della Regione Umbria nei confronti dell’immigrazione risulta costante negli anni, grazie agli specifici Programmi varati a cadenza biennale, benché nel Programma di governo regionale 2010- 2015 venga esplicitata la necessità di adeguare la legge regionale in materia di immigrazione, L.R. 18/1990, come si legge nel documento “emanata in un periodo in cui l’immigrazione era un fenomeno numericamente molto meno consistente”.