Il diritto alla salute e il suo esercizio
Il diritto alla salute
La legge italiana riconosce la salute come diritto fondamentale dell’individuo. I cittadini stranieri regolarmente soggiornanti hanno parità di trattamento, piena uguaglianza e stessi diritti del cittadino italiano. L’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale garantisce piena assistenza sanitaria a parità di condizioni con il cittadino italiano.
I cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno, e i loro familiari a carico regolarmente soggiornanti in Italia, hanno diritto all'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e alla parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani per quanto riguarda il contributo da versare e l'assistenza erogata. L'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale può essere obbligatoria o volontaria e ha una durata pari a quella del permesso di soggiorno.
L'esercizio del diritto alla salute
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Per informazioni circa l'esercizio del diritto alla salute occorre consultare le norme previste dalla singola regione. In Italia, infatti, a seguito della Legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 spetta alle Regioni la competenza legislativa in termini di tutela della salute, ma è compito dello Stato garantire l’equità nell’attuazione di questo diritto sancito dalla Costituzione. Questa autonomia delle Regioni ha comportato talvolta una certa frammentarietà e disomogeneità nell’accesso alle cure da parte del cittadino, straniero e italiano, poiché quello che vale in una Regione potrebbe non valere in un’altra.
Per garantire una maggiore uniformità dei percorsi di accesso all'assistenza sanitaria per la popolazione straniera in Italia è stato siglato, il 20 dicembre 2012, l'Accordo “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”[1]. Non si tratta di una nuova legge ma dell’interpretazione delle norme esistenti volta a superare le difformità regionali nell’accesso alle cure.
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